Tel. +39 049 936 7645 info@chiggiatospa.com
L’importanza della catena del freddo nel settore alimentare

L’importanza della catena del freddo nel settore alimentare

L’importanza della catena del freddo nel settore alimentare

Cose da sapere per garantire la catena del freddo nel trasporto dell’agroalimentare

La catena del freddo, come spiegato nel precedente articolo, è una pratica utilizzata nei settori alimentare e farmaceutico. Lo scopo di questo delicato processo è il buon mantenimento dei prodotti, dalla produzione iniziale al consumatore.

Nel settore alimentare, con l’avanzare della stagione più calda, aumenta notevolmente la domanda di distribuzione di alimenti freschi e freschissimi e in relazione aumenta anche la richiesta di trasporto di questi prodotti.

L’interruzione della catena del freddo è al centro della questione dello spreco alimentare, ma rappresenta un grave fattore di rischio per la salute del consumatore finale.

Interruzione della catena del freddo: quali sono i rischi per gli alimenti

Per alimenti a rischio intendiamo tutti i prodotti che a causa di shock termici anche minimi accusano una variazione nella qualità e sicurezza durante il trasporto; parliamo quindi di alimenti freschi e deperibili, ma anche di alimenti surgelati.
Uno dei rischi derivati dall’interruzione della catena del freddo è il rischio igienico.

Il freddo è un ottimo alleato contro i microrganismi presenti negli alimenti al momento della lavorazione, soprattutto se consideriamo che la maggior parte delle contaminazioni avvengono all’interno dei locali di produzione. La bassa temperatura non elimina i microrganismi potenzialmente nocivi, ma ne rallenta l’attività fino ad “addormentali” in una sorta di stasi. L’aumento della temperatura durante il trasporto, quindi, rischia di riattivare gli agenti patogeni, mutati e diventati più resistenti alle temperature.

Nei casi di interruzione della catena del freddo (o di cattiva conservazione in generale) si deve ricorrere allo scarto dell’alimento, considerato non più vendibile e inadatto alla consumazione. Questo perché i microrganismi presenti intaccano le proprietà organolettiche del prodotto e sono nocivi per la salute del consumatore.

È proprio nel peridoto tra marzo e settembre che si registrano i tassi più alti di spreco alimentare, causato da una inadeguata conservazione casalinga ma soprattutto da un trasporto di prodotti poco attento e non conforme alle attenzioni che richiede la filiera agroalimentare.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo…

Quando si parla di sicurezza non si scherza. La scelta migliore è sempre affidarsi ad un team di professionisti costantemente formati e informati su normative e procedure da adottare nel trasporto di prodotti delicati come gli alimenti che arrivano sulle nostre tavole.

Catena del freddo nel settore farmaceutico: una garanzia essenziale

Catena del freddo nel settore farmaceutico: una garanzia essenziale

Catena del freddo nel settore farmaceutico: una garanzia essenziale

Cose da sapere per garantire la catena del freddo nel trasporto di farmaci

Nel trasporto di prodotti farmaceutici e medicinali la catena del freddo gioca un ruolo importante per la salvaguardia dell’integrità del carico, aspetto a dir poco fondamentale.
I principali punti che costituiscono una criticità nel trasporto di medicinali sono le normative stringenti, il mantenimento della temperatura e il rispetto dell’igiene. Una variazione di uno e uno solo di questi tre aspetti potrebbe compromettere l’integrità del prodotto, mettendo a rischio la salute delle persone e costituendo un grave danno economico per la casa farmaceutica.
L’aspetto più difficoltoso del trasporto di questo tipo di prodotti è sicuramente il rispetto della catena del freddo, mantenendo costanti le temperature che il carico richiede.

Interruzione della catena del freddo: un rischio da non correre

L’interruzione della catena del freddo porta a pericolose alterazioni delle caratteristiche chimico-fisiche e farmacologiche del medicinale, molto rischiose per chi, inconsapevolmente, andrà a farne utilizzo.

Vogliamo specificare che il danno ai medicinali può essere causato da qualsiasi variazione di temperatura: a differenza di ciò che si può pensare, un innalzamento della temperatura e critico tanto quanto un abbassamento della stessa.
Nella pratica, un aumento di 10°C accelera il processo di degradazione causando l’alterazione delle proprietà terapeutiche e la formazione di proprietà tossicologiche. Il congelamento, invece, può provocare danni a medicinali quali vaccini, insuline, prodotti biotecnologici e sistemi emulsionati.

Garantire la catena del freddo

Per garantire una corretta gestione della catena del freddo e una sicura somministrazione del prodotto, ogni fase del processo di trasporto del farmaco deve essere considerata cruciale ed eseguita con la massima attenzione e professionalità.
Oltre alla formazione continua del personale, per trasportare un carico farmaceutico vi sono aspetti essenziali da considerare:

  • l’utilizzo di mezzi a temperatura controllata: il trasporto farmaci non può assolutamente svolgersi con normali mezzi di trasporto;
  • il monitoraggio costante della temperatura da parte degli autisti e dei centri di controllo;
  • un report finale delle temperature del carico lungo tutto il percorso.

La sicurezza del vostro carico: la nostra professionalità

In ogni trasporto che effettuiamo mettiamo tutta la nostra esperienza e professionalità. Soprattutto nel campo farmaceutico, grazie all’esperienza maturata in anni di partnership con grandi case del settore, abbiamo messo in campo tutte le risorse a nostra disposizione per offrire il miglior servizio presente sul mercato.

Questo settore non ammette compromessi o soluzioni mediocri, quando si parla di farmaci si può e bisogna offrire solo il meglio.

EcoDrive: una scelta responsabile per l’ambiente

EcoDrive: una scelta responsabile per l’ambiente

EcoDrive: una scelta responsabile per l’ambiente

10 consigli per guidare consumando meno e riducendo le emissioni

Gli aspetti legati all’ecologia e alla sostenibilità ambientale sono ormai all’ordine del giorno, specialmente per le nuove generazioni. Le azioni utili al rispetto della natura e ad un sempre minor impatto dell’uomo sul pianeta riguardano ogni aspetto del nostro quotidiano.
Anche al volante possiamo fare la differenza: piccole accortezze e una puntuale manutenzione del veicolo possono concorrere a ridurre notevolmente i consumi e l’impatto dei nostri spostamenti giornalieri. È grazie alle nuove tecnologie e ai progressi fatti negli anni nella costruzione delle nuove vetture che dal 2005 possiamo parlare di “EcoDrive”, la guida ecologica, economica e sicura. Possiamo definire questa pratica è particolarmente significativa per lo sviluppo di una cultura attenta non solo all’ambiente e alla sostenibilità, ma anche sostenibile economicamente in un periodo storico caratterizzato da continui innalzamenti del costo del carburante.

Guidare rispettando l’ambiente? Con EcoDrive è possibile

La guida consapevole dell’ambiente offre numerosi benefici ai conducenti di qualsiasi mezzo; molti paesi europei hanno adottato con successo programmi di guida “sostenibili” integrati anche nei corsi per i neo-guidatori. La consapevolezza di una conduzione responsabile del veicolo è importante perché nonostante il miglioramento delle tecnologie e delle prestazioni dei nuovi motori, la maggior parte dei conducenti non ha tenuto il passo migliorando, in chiave ecologica, il proprio stile di guida.

I 10 pilastri dell’EcoDrive

1. Quando cambiare marcia?

La potenza del motore non è sfruttata al 100% a causa dell’attrito al suo interno e all’aumentare di giri aumentano anche le relative perdite di potenza. Evitare questo fenomeno non ci è possibile, ma una guida a bassi regimi ne limita sicuramente l’impatto. È consigliato infatti cambiare marcia a 2000 giri/m per i motori a diesel e a 2500 giri/m per i motori a benzina, con una riduzione di consumi di circa 6 o 7%.

2. Velocità moderata e costante

Accelerare, frenare. Accelerare, frenare. Accelerare, frenare. Questo stile di guida, scattoso e altalenante, è molto dispendioso per l’auto a livello di energia. Durante la fase di accelerazione l’auto consuma più carburante e di conseguenza più energia, che viene sprecata durante la frenata. Guidare ad una velocità moderata e costante richiede meno energia: un’andatura costante riduce i consumi circa del 10%.

3. Piano conviene

Ogni mezzo ha una diversa velocità consigliata, alla quale esprime al meglio la propria potenzialità a consumi ottimali: solitamente questo valore si aggira intorno ai 70-80 km/h. sopra ai 110 km/h i consumi crescono notevolmente, arrivando anche ad un incremento del 25%.

4. Anche il peso influisce

Oltre allo stile di guida e alla velocità, il peso caricato è un fattore influente nel consumo di carburante. Un carico di 100 kg su un veicolo medio di 1.500 kg di peso può determinare un aumento dei consumi del 6 o 7%.

5. Gioca d’anticipo!

Per poter guidare ad una velocità costante è importante anticipare il traffico intorno, evitando accelerazioni e inutili frenate. Limitare l’uso dell’impianto frenante permette un risparmio dal 5 all’8% di carburante.

6. Decelerare, non frenare

La scelta migliore per rallentare o fermarsi è evitare l’uso del freno. Per una riduzione dei consumi fino al 3% è consigliato decelerare rilasciando per tempo il pedale dell’acceleratore.

7. Perché acceso se è inutile?

In caso di soste lunghe diversi minuti, come ad un semaforo o ad un passaggio a livello, si registra un risparmio fino al 10% di carburante spegnendo l’auto.

8. Rispetto dei limiti di velocità

Importantissimi per un discorso di sicurezza sulle strade, rispettare i limiti di velocità consentirà di tenere una velocità più bassa che, come detto prima, aiuta a contenere i consumi e ad evitare gli sprechi. A livello di tempo, i 20 km/h in più o in meno non sono determinanti, ma se hai fretta … basta partire prima!

9. Un occhio all’aerodinamica

Tutti i veicoli vengono ideati, costruiti e testati affinché ne vengano ottimizzate al massimo le qualità aerodinamiche. Una carrozzeria danneggiata o l’aggiunta di elementi come portapacchi e antenne fuori misura incrementano il consumo del 5-8%.

10. Anche gli optional consumano

Sistemi di aria condizionata, riscaldamento e grandi impianti di amplificazione del suono aumentano notevolmente il consumo di carburante, arrivando anche ad incidere per un 16-20%.

… EcoDrive e carrozzeria vanno a braccetto!

È un aspetto spesso sottovalutato e a cui in pochi pensano, ma il mantenimento della carrozzeria in buono stato permette al mezzo di godere al massimo dell’aerodinamicità con cui è stato progettato, mantenendo un livello di consumi ottimale e con riduzione dei costi e un basso impatto ambientale.

Ricapitolando

Abbiamo elencato e spiegato brevemente quali sono i 10 pilastri su cui è basata la guida amica dell’ambiente. Queste semplici indicazioni però da sole non bastano: per ridurre l’impatto delle auto è necessario svolgere una corretta e periodica manutenzione del mezzo. Con l’EcoDrive si riducono le emissioni nell’atmosfera e si registra anche un minore inquinamento acustico, per il massimo rispetto della natura.

Camion a metano, una scelta green

Camion a metano, una scelta green

Camion a metano, una scelta green

Questo pianeta ci piace tanto: per questo abbiamo scelto di correre a metano

Nel lavoro scegliamo sempre il meglio per i nostri clienti, con un occhio di riguardo per l’ambiente. La scelta aziendale che abbiamo fatto è caratterizzata dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale della nostra attività. Chi più di noi, camionisti alla guida tutti i giorni su lunghi tratti, doveva compiere qualche sacrificio per una scelta green?

Tutti i giorni parte dei nostri mezzi si muovono verso lontane destinazioni grazie ad un gas naturale che ci permette di rispettare il pianeta, sfruttando un carburante alternativo che la terra stessa ci ha messo a disposizione.

Dal punto di vista ambientale, i dati sui trasporti a grosso carico sono tutti a favore dei motori a metano: le emissioni di CO2 diminuisco del 15%, gli ossidi di azoto calano fino al del 60% mentre ossidi di zolfo e polveri sottili sono eliminati quasi del tutto (99%). Una bella differenza!

E le prestazioni?

Qualcuno potrebbe chiedersi se a livello di prestazioni sia stata una scelta accurata: la risposta è sì! A differenza delle auto, mezzi piccoli in cui il compromesso per la scelta ecologica consiste nella riduzione delle prestazioni, i camion a gas hanno performance più competitive. La differenza è nel tipo di motori utilizzati: per le auto si privilegia, infatti, la trasformazione di unità a benzina, con rapporti di compressione più bassi; sui camion invece il metano viene utilizzato su varianti di propulsori a ciclo Diesel, che oggi trovano la quadra perfetta proprio sui pesanti, con la sensibile riduzione anche dell’inquinamento acustico emesso. Insomma, una scelta che ha fatto centro!

Il nostro pianeta offre dei paesaggi bellissimi e unici e ogni giorno che passa ci fanno apprezzare sempre di più il nostro lavoro. Vogliamo che anche i nostri nipoti e i loro figli possano un giorno vedere la bellezza che ci circonda. Lavoriamo per il progresso nel massimo rispetto dell’ambiente: un principio importante e dalle solide basi.

Scopri di più sulla nostra “Flotta” alla pagina dedicata.

Sostenibilità: la classifica ufficiale OCSE dei paesi più sostenibili al mondo

Sostenibilità: la classifica ufficiale OCSE dei paesi più sostenibili al mondo

Sostenibilità: la classifica ufficiale OCSE dei paesi più sostenibili al mondo

Dal concetto di sostenibilità alla definizione di OCSE, vediamo insieme i paesi che più si sono impegnati per il migliorare benessere economico e sociale dei cittadini

Il concetto di sostenibilità si trova al centro di tutte le politiche e governance in previsione per i prossimi anni. Il fine è il raggiungimento di una crescita economica che soddisfi i bisogni della presente generazione senza ledere alle generazioni future. A tal proposito sono molti i paesi che stanno gettando le basi e i presupposti per rispondere al bisogno espresso di sostenibilità già da ora: abbiamo deciso di pubblicare la classifica OCSE aggiornata al 2019 dei paesi più sostenibili per fare un viaggio nel mondo attraverso occhi sostenibili.

Partiamo dal principio: che cos’è l’OCSE?

OCSE è l’acronimo di Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, un ente internazionale di studi economici che lavora per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un’economia di mercato.

Le tematiche trattate dall’Organizzazione attengono a numerosi settori: da quello economico alla governance, dallo sviluppo sostenibile alla cooperazione tecnologica e all’innovazione. La missione dell’OCSE è la promozione, a livello globale, di politiche che migliorino il benessere economico e sociale dei cittadini.

L’OCSE e la classifica della sostenibilità: come funziona?

Periodicamente l’OCSE effettua l’analisi di sostenibilità dei suoi paesi membri elaborando una classifica ufficiale che considera e analizza oltre 60 “indicatori sostenibili”, i quali, forniti da fonti internazionali ufficiali, devono essere quantificabili e comparabili.

L’ultimo aggiornamento ha focalizzato l’attenzione sui fenomeni migratori, di istruzione e di biodiversità. Oltre a questi, è stato preso in considerazione anche un indicatore di tendenza, che prende in considerazione i progressi temporali attuati da ciascun Paese, premiando quindi i membri attivi che hanno compiuto maggiori passi avanti nel campo dello sviluppo sostenibile.

I cinque pilastri su cui si basa la classifica della sostenibilità sono:

  • Trasparenza delle Istituzioni e Valori Democratici
  • Tutela dell’Ambiente
  • Popolazione, Salute e Distribuzione della Ricchezza
  • Istruzione e Ricerca & Sviluppo
  • Economia

I 10 paesi più sostenibili: ecco la classifica ufficiale

  1. Norvegia
  2. Danimarca
  3. Svizzera
  4. Islanda
  5. Svezia
  6. Germania
  7. Finlandia
  8. Paesi Bassi
  9. Lussemburgo
  10. Nuova Zelanda

La vetta è tutta scandinava: prima della classe troviamo la Norvegia, un esempio per tutto il mondo in termini di innovazione tech, riconversione ecologica e politiche Green. Sul podio si piazzano al secondo e terzo posto Danimarca e Svizzera, due paesi che stanno investendo molte risorse per un futuro Green. Successivi sono Islanda, Svezia, Germania e Finlandia e a chiudere la Top 10 ci sono i Paesi Bassi, Lussemburgo e la Nuova Zelanda.

Tra le politiche messe in campo da questi 10 Paesi si spazia dal trasporto alla finanza; queste nazioni si sono poste obiettivi ambiziosi di sviluppo sostenibile, interpretandolo come uno sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro.

Italia e sostenibilità: c’è ancora molto lavoro da fare

Perché si arrivi a leggere anche il nome dell’Italia nella classifica dei paesi più sostenibili al mondo c’è ancora molto da lavorare. Secondo l’OCSE, gli aspetti che incidono negativamente sulla valutazione del nostro Paese sono l’alta incidenza della corruzione, la poca stabilità delle istituzioni e il tasso di povertà della popolazione, che vede una sproporzionata ridistribuzione della ricchezza.